Javier Milei al WEF 2024, il discorso integrale | Javier Milei at WEF 2024, the full speech
Davvero parole di sfida.. o un false-flag? | Really words of defiance, or a false-flag?
Il presidente Argentino Milei, il 17 Gennaio ha tenuto al Meeting WEF 2024 (Davos) un lungo discorso - apparentemente rivoluzionario, visto il contesto in cui ha pronunciato certe parole - che sta suscitando entusiasmi (e temo fumo negli occhi) in tutto il mondo degli anti-globalisti. Il popolo argentino, a parlare con molti di loro, non pare altrettanto entusiasta. Personalmente, dopo mesi di tentativi di capire CHI sia davvero questo personaggio (insieme a molti altri nomi italiani ben più importanti di me), davanti a parole così di sfida - proprio dentro alla tana del lupo - mi sono chiesta dove fosse il trucco. Forse, si trova nel suo appello finale contro gli Stati. Non dico che non ci sia del vero: lo Stato DAVVERO pare essere diventato nostro nemico, lo vediamo ovunque, ma sappiamo anche benissimo che il Nuovo Ordine Mondiale prevede la cancellazione degli Stati sovrani, per un delirante unico organismo sovra-nazionale mondiale. Ho il dubbio che tutta questa filippica di Milei non sia stato affatto un attacco.. ma qualcosa di ben concertato, INSIEME a Schwab e compagnia cantante, per portare altre masse di pecore giù per il burrone. In pratica, una sorta di sottile operazione false-flag (sotto falsa bandiera)…
Argentine President Milei, on January 17, gave at the WEF 2024 Meeting (Davos) a long speech, apparently revolutionary given the context in which he uttered certain words, which is generating enthusiasm (and I fear smoke in the eyes) throughout the world of anti-globalists. The people of Argentina, speaking to many of them, do not seem to be equally enthusiastic. Personally, after months of trying to figure out who this character really is (along with many other Italian names far more important than myself), in the face of such defiant words - spoken right inside the wolf's den - I wondered where the trick was. Perhaps, it lies in his final appeal against the States. I am not saying there isn’t some truth: the State REALLY seems to have become our enemy, we see it everywhere, but we also know very well that the New World Order envisages the erasure of Sovereign States, for a delusional single super-national world body. I have my doubts that this whole tirade of Milei's was not an attack at all ... but something well concerted, TOGETHER with Schwab & Friends, to bring more masses of sheep down the cliff. Basically, a sort of subtle false-flag operation...
The transcript below is in Italian only, an English translation (from the Spanish) will follow. Thank you.
Discorso integrale ufficiale pubblicato dal sito governativo Argentino Casa Rosada
Traduzione Daniela Brassi per TdML, supervisione Ricardo Barrios (Buenos Aires)
Links inseriti, grassetti e corsivi del Traduttore, in base all’ascolto del discorso a video
Buon pomeriggio, grazie mille.
Oggi sono qui per dirvi che l'Occidente è in pericolo. E’ in pericolo perché coloro che, si suppone, dovrebbero difendere i valori dell'Occidente, si ritrovano cooptati da una visione del mondo che - inesorabilmente - porta al socialismo, di conseguenza alla povertà.
Purtroppo, negli ultimi decenni - alcuni spinti dall’idea benpensante di aiutare il prossimo, e altri dal desiderio di appartenere a una casta privilegiata - i principali leader del mondo occidentale hanno abbandonato il modello di libertà per diverse versioni di quello che chiamiamo collettivismo.
Siamo qui per dirvi che gli esperimenti collettivisti non sono mai la soluzione ai problemi che affliggono i cittadini del mondo, ma - al contrario - ne sono la causa. Credetemi, non c'è nessuno meglio di noi Argentini per testimoniare queste due questioni.
Quando abbiamo adottato il modello di libertà - nel lontano 1860 - in 35 anni siamo diventati la prima potenza mondiale, mentre quando abbiamo abbracciato il collettivismo, negli ultimi 100 anni, abbiamo visto i nostri cittadini iniziare a impoverirsi sistematicamente, fino a classificarsi al 140° posto nel mondo. Ma prima di intraprendere questa discussione, sarà importante esaminare innanzitutto i dati sul perché, il capitalismo di libera impresa, non solo è un sistema possibile per porre fine alla povertà nel mondo - ma è anche l'unico sistema moralmente auspicabile per riuscirci.
Se osserviamo la storia del progresso economico, possiamo notare come dall'anno 0 all'anno 1800 circa, il PIL pro capite del mondo sia rimasto praticamente costante durante l'intero periodo di riferimento. Se si guardasse un grafico dell'evoluzione della crescita economica nel corso della storia dell'umanità, avremmo davanti un grafico dalla forma di mazza da hockey, una funzione esponenziale rimasta costante per il 90% del tempo e poi aumentata in modo esponenziale a partire dal XIX secolo. L'unica eccezione a questa storia di stagnazione si ebbe alla fine del XV secolo, con la scoperta dell'America. A parte questa eccezione, però, per tutto il periodo compreso tra l'anno 0 e il 1800, il PIL pro capite globale è rimasto stagnante.
Ora, non solo il capitalismo ha generato un'esplosione di ricchezza dal momento in cui è stato adottato come sistema economico ma, osservando i dati, ciò che si può anche vedere è che la crescita è andata accelerando per tutto il tempo.
Durante l'intero periodo tra l'anno zero e il 1800 - il tasso di crescita del PIL pro-capite è rimasto stabile intorno allo 0,02% annuo. Vale a dire, con una crescita pari a zero. A partire dal 19° secolo, con la rivoluzione industriale, il tasso di crescita è salito allo 0,66%. A quel ritmo, per poter raddoppiare il PIL pro capite sarebbe stato necessario continuare a crescere per altri 107 anni.
Tuttavia, se consideriamo il periodo tra il 1900 e il 1950, il tasso di crescita accelera all'1,66% all'anno. Non abbiamo più bisogno di 107 anni per raddoppiare il PIL pro capite, ma di 66. E se prendiamo il periodo dal 1950 al 2000, vediamo che il tasso di crescita è stato del 2,1% all'anno, il che significa che potremmo raddoppiare il PIL pro capite mondiale in soli 33 anni. Questa tendenza, lungi dall'arrestarsi, è ancora viva e vegeta oggi. Se prendiamo in considerazione il periodo tra il 2000 e il 2023, il tasso di crescita ha subito una nuova accelerazione fino a raggiungere il 3% annuo, il che significa che potremmo raddoppiare il nostro PIL pro capite nel mondo in soli 23 anni.
Analizzando il PIL pro capite dal 1800 ad oggi, dunque, si può notare che in seguito alla rivoluzione industriale si è moltiplicato di oltre 15 volte, generando un'esplosione di ricchezza che ha fatto uscire dalla povertà il 90% della popolazione mondiale.
Non dobbiamo mai dimenticare che fino al 1800, circa il 95% della popolazione mondiale viveva in condizioni di estrema povertà; mentre tale percentuale è scesa al 5% ad arrivare al 2020, prima della pandemia.
La conclusione è ovvia: lungi dall'essere la causa dei nostri problemi, il capitalismo a libera impresa, in quanto sistema, è l'unico strumento che abbiamo per porre fine alla fame, alla povertà e alla indigenza in tutto il mondo. L'evidenza empirica è incontestabile.
Per questo motivo, poiché non ci sono dubbi sul fatto che il capitalismo di libero mercato è superiore - in termini produttivi - la doxa della sinistra ha attaccato il capitalismo su questioni di moralità, perché secondo loro - dicono i suoi detrattori - è [un sistema] ingiusto!
Dicono che il capitalismo è cattivo perché è individualista, mentre il collettivismo è buono perché è altruista - con i soldi degli altri! Di conseguenza, lottano per la giustizia sociale. Ma questo concetto - che nel Primo Mondo1 è diventato di moda nell'ultimo decennio - nel mio paese è una costante del discorso politico da più di 80 anni. Il problema è che la giustizia sociale non solo non è giusta, ma non contribuisce nemmeno al benessere generale. Proprio al contrario, è un'idea intrinsecamente ingiusta, perché violenta; è ingiusta perché lo Stato si finanzia con le tasse e le tasse sono imposte in modo coercitivo. O per caso qualcuno di noi può dire di pagare le imposte volontariamente? Il che significa che lo Stato si finanzia mediante la coercizione: e più alto è il carico fiscale, maggiore è la coercizione, minore è la libertà.
Coloro che promuovono la giustizia sociale partono dall'idea che il sistema economico nel suo insieme è una torta che può essere distribuita in modo diverso, ma quella torta non è data: è ricchezza che viene generata durante quello che - ad esempio - Israel Kirzner chiama “un processo di scoperta del mercato”. Se il bene o il servizio offerto da un'azienda non è desiderato l'azienda fallirà, a meno che non si adatti a ciò che il mercato richiede. Se produce un prodotto di buona qualità a un prezzo interessante, avrà successo e produrrà di più.
Quindi il mercato è un processo di scoperta, in cui il capitalista trova la strada giusta man mano che procede, ma se lo Stato punisce il capitalista per il suo successo e lo blocca in questo processo di scoperta, distrugge il suo stimolo e le conseguenze sono che produrrà meno e la torta sarà più piccola, generando un danno per la società nel suo complesso.
Il collettivismo - inibendo questi processi di scoperta e ostacolando la possibilità di sfruttare ciò che è stato scoperto - lega le mani all'imprenditore e rende impossibile produrre beni migliori e offrire servizi migliori a un prezzo migliore. Com'è possibile, quindi, che il mondo accademico, le organizzazioni internazionali, la politica e la teoria economica demonizzino un sistema economico, che non solo ha fatto uscire il 90% della popolazione mondiale dalla povertà estrema, e lo sta facendo a un ritmo sempre crescente, ma che è anche giusto e moralmente superiore?
Grazie al capitalismo di libera impresa, oggi il mondo vive il suo momento migliore. Non c'è mai stato, in tutta la storia dell'umanità, un periodo di maggiore prosperità di quello in cui viviamo oggi. Oggi il mondo è più libero, più ricco, più pacifico e più prospero che in qualsiasi altro momento della nostra storia. Questo vale per tutti, ma in particolare per quei paesi che sono liberi, e che rispettano la libertà economica e i diritti di proprietà degli individui. Perché quei paesi che sono liberi sono 12 volte più ricchi di quelli repressi. Il decile inferiore di distribuzione nei paesi liberi vive meglio del 90% della popolazione nei paesi repressi, con un numero di poveri 25 volte inferiore nel formato standard e 50 volte inferiore nel formato estremo. E come se non bastasse, i cittadini dei Paesi liberi vivono il 25% in più rispetto a quelli dei Paesi repressi.
Ora, per capire cosa siamo qui a difendere, è importante definire di cosa stiamo parlando quando parliamo di libertarismo. Per definirlo, riprendo le parole della più grande eminenza Argentina per il pensiero di libertà, il professor Alberto Benegas Lynch, che dice: "Il libertarismo è il rispetto incondizionato del progetto di vita altrui, basato sul principio di non aggressione, in difesa del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà, le cui istituzioni fondamentali sono la proprietà privata, dei mercati liberi dall'intervento dello Stato, la libera concorrenza, la suddivisione del lavoro e la cooperazione sociale".
Detto in altri termini, il capitalista è un benefattore sociale che, lungi dall'appropriarsi della ricchezza altrui, contribuisce al benessere generale. In breve, un imprenditore di successo è un eroe.
Questo è il modello che proponiamo per l'Argentina del futuro. Un modello basato sui principi fondamentali del libertarismo: la difesa della vita, della libertà e della proprietà.
Ora, se il capitalismo di libera impresa e la libertà economica sono stati strumenti straordinari per porre fine alla povertà nel mondo e se oggi ci troviamo nel momento migliore della storia umana, perché - allora - dico che l'Occidente è in pericolo?
Dico che l'Occidente è in pericolo proprio perché in quei paesi in cui dovremmo difendere i valori del libero mercato, della proprietà privata e delle altre istituzioni del libertarismo, alcuni settori dell'establishment politico ed economico - alcuni per errori nel loro impianto teorico e altri per ambizione di potere - stanno minando le fondamenta del libertarismo, aprendo la porta al socialismo e potenzialmente condannandoci alla povertà, alla miseria e alla stagnazione.
Perché non bisogna mai dimenticare che il socialismo è sempre e ovunque un fenomeno di impoverimento, che ha fallito in tutti i paesi in cui è stato sperimentato. È stato un fallimento economico. È stato un fallimento sociale. È stato un fallimento culturale. E ha anche assassinato più di 100 milioni di esseri umani.
Il problema fondamentale per l'Occidente di oggi è che non dobbiamo confrontarci soltanto con coloro che, anche dopo la caduta del Muro e le schiaccianti prove empiriche, continuano a lottare per un socialismo impoverente; ma anche con i nostri stessi leader, pensatori e accademici che, in un impianto teorico sbagliato, minano le fondamenta del sistema che ci ha dato la massima espansione di ricchezza e prosperità della nostra storia.
L'impianto teorico a cui mi riferisco è quello della teoria economica neoclassica, la quale concepisce una serie di strumenti che involontariamente2 finiscono per essere funzionali all'ingerenza dello Stato, al socialismo e al degrado della società. Il problema dei neoclassici è che, poiché il modello di cui si sono innamorati non corrisponde alla realtà, attribuiscono l'errore a presunti fallimenti del mercato invece di rivedere le premesse del loro modello.
Con il pretesto di un presunto fallimento del mercato, vengono introdotti regolamenti che generano solo distorsioni nel sistema dei prezzi, che ostacolano il calcolo economico e, di conseguenza, i risparmi, gli investimenti e la crescita.
Il problema risiede essenzialmente nel fatto che persino i presunti economisti libertari non capiscono cosa sia il mercato, perché se lo capissero si renderebbero subito conto che è impossibile esista qualcosa come il “fallimento del mercato”.
Il mercato non è una curva di domanda e offerta su un grafico. Il mercato è un meccanismo di cooperazione sociale col quale le persone scambiano [beni] volontariamente. Pertanto, data questa definizione, il fallimento del mercato è un ossimoro. Non esiste il fallimento del mercato.
Se le transazioni sono volontarie, l'unico contesto in cui può esserci un fallimento del mercato è in presenza di coercizione. E l'unico che ha la capacità di esercitare una coercizione generalizzata è lo Stato, che ha il monopolio della violenza. Di conseguenza, se qualcuno ritiene che ci sia un fallimento del mercato, gli consiglio di verificare se c'è un intervento statale di mezzo. E se scopre che non c'è alcun intervento statale di mezzo, gli suggerisco di rifare l'analisi perché è decisamente sbagliata. Il fallimento del mercato non esiste.
Un esempio dei presunti fallimenti del mercato descritti dai neoclassici, è costituito dalle strutture economiche concentrate. Tuttavia, senza funzioni che mostrano di dare rendimenti di scala crescenti - la cui risposta sono le strutture economiche concentrate - non potremmo spiegare la crescita economica dal 1800 a oggi.
Tu guarda che cosa interessante. Dal 1800 in poi, con la popolazione che si è moltiplicata di oltre 8 o 9 volte, il prodotto pro capite è cresciuto di oltre 15 volte. E ci sono rendimenti crescenti, il che ha portato la povertà estrema dal 95% al 5%. Tuttavia, questa situazione di rendimenti crescenti implica delle strutture concentrate, ciò che si definirebbe monopolio.
Come può essere, che qualcosa che ha generato così tanto benessere, per i teorici neoclassici sia un fallimento del mercato? Economisti neoclassici… uscite dagli schemi. Quando un modello fallisce, non c’è da prendersela con la realtà, bisogna prendersela con il modello, e cambiarlo.
Il dilemma che il modello neoclassico affronta è che afferma di voler migliorare il funzionamento del mercato attaccando quelli che considera fallimenti, mentre così facendo non solo apre la porta al socialismo, ma attenta anche alla crescita economica. Regolamentare i monopoli, distruggere i profitti e distruggere i rendimenti crescenti, ad esempio, distruggerebbe automaticamente la crescita economica.
In altre parole, ogni volta che si vuole correggere un presunto fallimento del mercato, inesorabilmente - a causa del fatto che non si sa cosa sia il mercato o perché ci si è innamorati di un modello fallimentare - si apre la porta al socialismo e si condannano le persone alla povertà.
Invece, di fronte alla dimostrazione teorica che l'intervento statale è dannoso e all'evidenza empirica che è fallimentare - perché non potrebbe essere altrimenti - la soluzione che i collettivisti proporranno non è una maggiore libertà ma una maggiore regolamentazione, generando una spirale discendente di norme fino a quando non saremo tutti più poveri e la vita di tutti noi dipenderà da un burocrate seduto in un ufficio di lusso.
Davanti al clamoroso fallimento dei modelli collettivisti [da un lato] e agli innegabili progressi del mondo libero [dall’altro], i socialisti sono stati costretti a cambiare i loro programmi. Hanno abbandonato la lotta di classe incentrata sul sistema economico, per rimpiazzarla con altre presunte battaglie sociali, altrettanto dannosi per la vita della comunità e la crescita economica.
La prima di queste nuove battaglie è stata la rissa ridicola e anti-natura tra l’uomo e la donna.
Il libertarismo stabilisce già, l'uguaglianza tra i sessi. La pietra fondante del nostro credo recita che tutti gli uomini sono creati uguali, che tutti abbiamo gli stessi diritti inalienabili, concessi dal creatore, tra cui la vita, la libertà e la proprietà.
L'unico risultato di questa agenda del femminismo radicale è stato un maggiore intervento dello Stato per ostacolare il processo economico, dando lavoro a burocrati che non contribuiscono in alcun modo alla società, che si tratti di ministeri per le donne o di organismi internazionali dedicati alla promozione di questa agenda.
Un altro dei conflitti sollevati dai socialisti è quello dell'uomo opposto alla natura. Sostengono che l'uomo danneggia il pianeta e che questo va protetto ad ogni costo, arrivando persino a difendere meccanismi di controllo della popolazione o il sanguinoso programma dell'aborto.
Purtroppo queste idee nocive hanno permeato la nostra società. I neomarxisti sono riusciti a cooptare il buon senso dell'Occidente. Lo hanno fatto appropriandosi dei media, della cultura, delle università e, sì, anche degli organismi internazionali.
Fortunatamente, siamo sempre di più ad avere il coraggio di levare la voce. Perché ci rendiamo conto che, se non combattiamo frontalmente queste idee, l'unico destino possibile è che avremo sempre più Stato, più regolamentazione, più socialismo, più povertà, meno libertà e, di conseguenza, un tenore di vita più basso.
L'Occidente, purtroppo, si è già incamminato su questa strada. So che a molti può sembrare ridicolo, dire che l'Occidente è passato al socialismo. Ma è ridicolo solo nella misura in cui ci si limita alla definizione economica tradizionale di socialismo, secondo la quale si tratta di un sistema economico in cui lo Stato è detentore dei mezzi di produzione.
Questa definizione deve essere aggiornata, a nostro avviso, alle circostanze attuali. Gli Stati oggi non hanno bisogno di controllare direttamente i mezzi di produzione, per controllare ogni aspetto della vita degli individui.
Con strumenti come l'emissione di moneta, il prestito, i sussidi, il controllo dei tassi d'interesse, il controllo dei prezzi e i regolamenti per correggere i presunti "fallimenti del mercato", possono controllare i destini di milioni di esseri umani.
È così che siamo arrivati al punto in cui, con nomi diversi o in forme diverse, buona parte delle offerte politiche generalmente accettate nella maggior parte dei paesi occidentali, sono tutte varianti di collettivismo.
Che si dichiarino apertamente comunisti, socialisti, socialdemocratici, cristiano-democratici, neokeynesiani, progressisti, populisti, nazionalisti o globalisti.
Di base, non presentano alcuna differenza sostanziale: tutti sostengono che lo Stato debba dirigere ogni aspetto della vita degli individui. Tutti difendono un modello che è contrario a quello che ha portato l'umanità al progresso più spettacolare della sua storia.
Siamo qui oggi per invitare gli altri Paesi dell'Occidente a rimetterci sulla via della prosperità. Libertà economica, governo limitato e rispetto illimitato della proprietà privata sono elementi essenziali per la crescita economica. Il fenomeno dell'impoverimento causato dal collettivismo non è una fantasia. Non è nemmeno fatalismo. È una realtà che noi argentini conosciamo molto bene.
Perché già l’abbiamo vissuto. Ci siamo già passati. Perché, come ho detto prima, da quando abbiamo deciso di abbandonare il modello di libertà che ci aveva resi ricchi, siamo intrappolati in una spirale discendente in cui siamo ogni giorno più poveri.
Lo abbiamo già sperimentato. E siamo qui per avvertirvi di ciò che può accadere se i paesi dell'Occidente, che sono diventati ricchi con il modello della libertà, continueranno su questa strada di asservimento.
Il caso dell'Argentina è la dimostrazione empirica che non importa quanto si sia ricchi, quante risorse naturali si abbiano, non importa quanto sia qualificata la popolazione, quanto sia istruita, né quanti lingotti d'oro ci siano nei forzieri della banca centrale.
Se si adottano misure che ostacolano il libero funzionamento dei mercati, la libera concorrenza, i sistemi di prezzi liberi, se si ostacola il commercio, se si viola la proprietà privata, l'unica destinazione possibile è la povertà.
Per concludere, vorrei dare un messaggio a tutti gli imprenditori qui presenti e a quelli che ci stanno seguendo da ogni angolo del pianeta.
Non lasciatevi intimidire né dalla casta politica, né dai parassiti che vivono alle spalle dello Stato. Non arrendetevi a una classe politica che vuole solo perpetuarsi al potere e mantenere i propri privilegi.
Siete dei benefattori sociali. Siete degli eroi. Siete i creatori del più straordinario periodo di prosperità che abbiamo mai vissuto. Che nessuno vi dica che la vostra ambizione è immorale. Se guadagnate denaro, è perché offrite un prodotto migliore a un prezzo migliore, contribuendo così al benessere generale.
Non cedete all'avanzata dello Stato. Lo Stato non è la soluzione. Lo Stato è il problema stesso.
Siete voi i veri protagonisti di questa storia e sappiate che da oggi avete un alleato incondizionato nella Repubblica Argentina.
Grazie mille e… “Viva la libertad, carajo!”
Europa e America Settentrionale
NOTARE che dice “involontariamente”….
Speriamo che non venga ipnotizzato da questi demoni come e' succeso a tanti che erano dalla parte del popolo, come per esempio la Meloni. Sembra promettente come sta facendo nel suo paese, ma questi diavoli sono molto potenti e cattivi preparati a tutte le piu' sporche meschinerie di questo momdo.