L'ingrassamento prima della macellazione? - Fattening before slaughter?
Politiche gay-friendly e quote LGBTQ per i datori di lavoro: in Germania una minoranza ottiene i propri diritti. Ma così tanta attenzione da politica e media non lascia presagire nulla di buono...
di Alexandra Barone, da Marginals - 31.10.22 —>[deutscher Originalartikel - English version]
Politiche queer-friendly, la parata del Christopher Streets Day protetta dalla polizia, quote LGBTQ per i datori di lavoro, matrimonio tra persone dello stesso sesso: finalmente la società tedesca si sta aprendo ad una minoranza, si potrebbe pensare. Ma tanta attenzione da parte di politici, media e avvocati non lascia presagire nulla di buono. Stanno tramando qualcosa di brutto? Stanno ingrassando le oche prima di macellarle?
All'inizio di luglio mi imbattei in una notizia. “In NRW vengono creati dei centri per la segnalazione di razzismo e ostilità verso i queer", si leggeva sul sito governativo della Renania Settentrionale-Vestfalia. Di fatto una buona cosa, dato che conosco il razzismo per averlo sperimentato in prima persona e so, attraverso amici, che anche gli omosessuali soffrono di discriminazioni. La cosa preoccupante è solo il massiccio clamore mediatico che si sta creando intorno al movimento LGBTQ. Persino i politici se li stanno coccolando. E purtroppo la cosa non è di buon auspicio, perché fa sorgere la domanda: "Devono ingrassare l’oca prima della macellazione?".
Sull'ingrassamento - parte 1
Secondo il dizionario, ingrassare significa "Nutrire molto abbondantemente degli animali, in modo che aumentino di peso il più rapidamente possibile e possano essere macellati". Cosa c'entra questo, con il mio articolo? Il grande clamore mediatico sul movimento LGBTQ e le attenzioni che i politici gli riservano, mi insospettiscono. Mi viene subito in mente un detto del mio bisnonno: "Ricordati che nessuno ti regala niente!". Ora, si potrebbe obiettare che il movimento non stia ricevendo un regalo, ma dei diritti duramente conquistati. Tuttavia, il retrogusto amaro rimane, perché - come si è osservato abbastanza spesso nella storia - politica, media e grandi imprese tengono di mira i profitti… non i diritti. Ma qui, di quale profitto stiamo parlando?
Sull'ingrassamento - parte 2
Facciamo un passo indietro, prima di parlarne. Il gruppo LGTBQ è di fatto una minoranza. Un'indagine condotta dall'Istituto ifo nel secondo trimestre del 2021 ha rilevato che nelle aziende con 500 o più dipendenti il 67% del personale è di sesso maschile e il 33% di sesso femminile. Secondo i responsabili alle risorse umane intervistati, la percentuale di persone di sesso diverso è dello 0,03%. Eppure, le imprese anglosassoni avevano già iniziato ad adottare delle "quote LGBTQ" nel 2017, anticipando eventuali adempimenti obbligatori. Sempre nel 2017, il produttore giapponese di elettronica Fujitsu si era già prefissato l'obiettivo, con cui entro il 2020 almeno il 5% dei suoi 155.000 dipendenti di tutto il mondo sarebbe stato "queer". Al politicamente corretto, le aziende affiancano anche una motivazione commerciale. A quanto sembra, infatti, l’interesse verso le menti e forze-lavoro dall’ambiente LGBTQ è particolarmente alto. È difficile trovarne le prove, ma lo statunitense Financial Times ci ha provato: in base alle loro ricerche, le donne lesbiche, ad esempio, sono pagate in media il 12% in più rispetto alle altre donne. Negli Stati Uniti, tale margine di vantaggio arriverebbe fino al 20%. Ma quale sia il "vero" interesse è sotto gli occhi di tutti: un'indagine del 2019 di Community Marketing & Insights mostra che il 78% degli americani intervistati comprerebbe più volentieri da un'azienda che sostiene l'uguaglianza. A questo punto, è ancora la tolleranza l'obiettivo centrale? O lo sono piuttosto i ricavi delle vendite? E’ già da qualche anno, che esiste il termine marketing di "queerbaiting"1. Si tratta di un fenomeno simile al "clickbaiting", in cui i titoli sensazionalistici e le immagini esasperate su internet hanno lo scopo di generare il maggior numero possibile di clic. Come mai una minoranza ottiene all’improvviso tanti diritti, mentre la maggioranza - come la popolazione femminile del mondo - continua ad essere trattata in modo diseguale? Il movimento LGBTQ deve per caso sentirsi al sicuro, prima di essere massacrato?
AIDS: malattia voluta o puro caso? Uno sguardo al passato
Il 1° dicembre 1981, allo zenit della politica gay-friendly e della presunta "accettazione" da parte della società, il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti annuncia l'AIDS come malattia a sé stante. Poco dopo scoppia l'isteria per la cosiddetta "epidemia" di AIDS. Eppure, l'agente patogeno dell'HIV veniva trasmesso già negli anni ‘30. Sono molte le teorie e le storie che circondano l'origine della malattia immunitaria. Si dice, ad esempio, che questo nuovo virus sia stato scoperto in Africa da ricercatori statunitensi alla ricerca di patogeni adatti alla guerra biologica, sia poi stato esaminato e moltiplicato nel laboratorio militare americano di Fort Detrick, da cui è infine fuoriuscito. Sebbene gli Stati Uniti respingano l'accusa a priori, alla luce dello scoppio della pandemia di Covid e della caccia all'origine del suo virus, questa teoria potrebbe non essere così lontana dalla verità. Ma lascio volentieri questa discussione a virologi, medici e altri "esperti". A prescindere dalla discussione su virus di laboratorio o virus naturale, una cosa è interessante: all'inizio degli anni '80 l'HIV comportò la forte discriminazione degli omosessuali, con una vera e propria caccia alla persona da parte di una società in preda all'isteria. E invece di placare gli animi, la politica dell'epoca non fece altro che continuare a gettare benzina sul fuoco. Dopo quasi 40 anni, si vorrebbe pensare che la discriminazione stesse scemando, eppure ci sono notizie come il recente articolo della NDR "35 anni di Aidshilfe Niedersachsen: gli esperti denunciano ancora lo stigma". Secondo l'Aidshilfe Niedersachsen (AHN), le persone infettate da HIV continuano ad essere erroneamente considerate un pericolo. E questo nonostante il fatto che, con i giusti farmaci, chi è stato infettato dall'HIV non è contagioso ed è ben protetto dalla malattia dell'AIDS. Ma la riduzione dei contagi attraverso le vaccinazioni è un altro argomento...
Il vaiolo delle scimmie usato come nuovo AIDS?
Da giornalista, non intendo interpretare le due "epidemie" in termini medici, non ho le conoscenze di base per farlo. Non voglio nemmeno giudicare se una malattia sia più letale dell'altra. Rimane il fatto che sono soprattutto gli omosessuali a contrarle. Il mio focus è però un altro: le ripercussioni sociali avutesi, dopo che le due malattie sono state dichiarate "pandemiche" dall'OMS e da altre organizzazioni. Mi concentro sulla discriminazione delle persone omosessuali, e sul fatto che ai politici solitamente piace ingrassare le oche prima di macellarle. O perlomeno, questo è quanto hanno fatto negli Stati Uniti con gli omosessuali, i quali avevano iniziato a guadagnare sempre più influenza fin dagli anni '50 . Dall'Enciclopedia della cultura gay, lesbica, bisessuale, transgender e queer: "Il momento di rinascita culturale queer degli anni '50 si sviluppò a New York. Molte delle nuove tendenze della musica classica e popolare americana, del balletto e della danza moderna, del teatro di prosa e musicale, della pittura e dell'architettura, della poesia e della narrativa sono state plasmate da gay, bisessuali e lesbiche di talento, come Leonard Bernstein, John Cage, Tennessee Williams, Andy Warhol, Paul e Jane Bowles". In società era considerato chic avere un amico gay, gli omosessuali erano i beniamini dei media, New York era divenuto il loro Eldorado. Dopo la rivolta di Stonewall del 1969, al Greenwich Village di New York, negli anni '70 si sono poi organizzati politicamente e hanno fatto rete. Erano per caso diventati troppo pericolosi per la politica? L'AIDS era solo un' "arma" per rimetterli al loro posto?
Considerazioni finali
Torniamo al tema del clamore mediatico: come negli anni '60, anche oggi molti media riferiscono di un fenomeno, che in realtà esiste da secoli. Allora come oggi, a quanto pare è considerato chic essere "diversi". Non sorprende neppure leggere di "studi", secondo i quali sempre più americani appartengono solo alla comunità LGBTQ (o hanno intenzione di). Riguardo ad AIDS e profitti, vorrei far notare che, secondo Wikipedia, il test PCR per l'HIV è stato definito 'il test diagnostico più importante per il controllo terapeutico sul decorso dell'infezione', nel 1994. L'anno successivo, nel 1995, fu lanciato negli Stati Uniti il primo inibitore della proteasi dell'HIV, il Saquinavir. L'anno seguente, la nevirapina è stata approvata come primo inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa. Grazie alla terapia intensiva combinata, il tasso di mortalità negli Stati Uniti è crollato drasticamente nel 1997. Nel 2003 negli Stati Uniti è stato approvato il primo inibitore della fusione, l'enfuvirtide (Fuzeon). Nel 2004 l'OMS ha lanciato l'iniziativa "3 per 5": nel 2005, sarebbero stati forniti farmaci a tre milioni di persone infette. Allo stesso modo sta avvenendo col virus del vaiolo delle scimmie: dopo un'epidemia "improvvisa", ora viene combattuto con successo dai prodotti dei vari colossi farmaceutici, ed esiste già un "nuovo" vaccino.
Naturalmente, potrebbe anche trattarsi di una pura coincidenza, ma io resto sospettosa e mi chiedo: la ricerca sta davvero perseguendo il bisogno umano di voler curare una malattia, o i virus vengono "scatenati" artificialmente sugli esseri umani perché i giganti farmaceutici vogliono vendere le loro medicine? O entrambi?
« Per queerbaiting si intende letteralmente “adescamento di persona queer” e si riferisce a una tecnica di marketing che punta a inserire all’interno di una narrazione un’allusione, poi non realmente trattata e approfondita nella storyline, a un tema queer, con lo scopo di attirare il pubblico LGBTQ+ e al tempo stesso non scontentare l’altro pubblico “tradizionale” e le sue classiche aspettative. È un’operazione subdola, più di immagine che di sostanza, più di ammiccamento che di reale rappresentazione, che non fa bene alla comunità LGBT, proprio perché usata principalmente per adescare gli individui queer a spingerli a guardare un particolare prodotto in cui però non sono di fatto raccontati e inclusi.» (da https://www.robadadonne.it/219424/queerbaiting-esempi-perche-problema)