SUL CONTROLLO DELLA RISATA
Sul gusto si è sempre notoriamente discusso. Tuttavia, negli ultimi tempi non se ne discute neanche più, si cerca solo di imporre chi, quando e per cosa uno possa ridere.
Un’altra traduzione di una delle autrici più brillanti incontrate su Substack. Ogni suo articolo è davvero originale per scelta di argomenti e riflessioni, equilibrato e contemporaneamente impregnato di quel “senso di giustizia” che in molti stiamo reclamando. L’esperienza che ci porta è quella della Germania, ma ogni singolo argomento affrontato ha un sapore assolutamente “universale”: perché ciò che riferisce come esperienza di cittadina e professionista tedesca, RISPECCHIA appieno le stesse esperienze, sentimenti, paure e speranze degli Italiani e dei popoli di (quasi) tutto il globo. Cerchiamo e traduciamo questi apporti dall’estero, proprio perché - indipendentemente dalle peculiarità di ogni Paese - da qualche anno stiamo vivendo (quasi) tutti la STESSA esperienza. E può essere utile leggere ma soprattutto ricordarsi, che “non siamo soli” - TdML
da “Marginals”, Alexandra Barone “ÜBER DIE KONTROLLE DES LACHENS” del 22.08.22 (Originalartikel auf Deutsch und Englisch / Original article in German and English)
La disputa sulla libertà artistica, in Germania si è di nuovo infiammata. Ciò che per alcuni è una spiritosa canzone da osteria, per altri è motivo di contestazione. Si cerca sempre più spesso di imporre chi, quando e per cosa si può ridere.
Le discussioni sulla canzone "Layla" stanno attualmente scaldando gli animi, qui in Germania. Il brano, di DJ Robin & Schürze, è stato ripetutamente tacciato di sessismo. Secondo il produttore Hüftgold alias Matthias Distel, questa mania del controllo è incomprensibile, non può trarne alcun vantaggio dall'accusa di sessismo. "La donna è un modello bellissimo per la bella arte. Non tutto ciò che canta di donne, è sessismo", scrive nella sua dichiarazione, appellandosi alla libertà artistica.
Libertà artistica o mancanza di gusto?
L'umorismo è un tratto distintivo individuale, ed esiste da migliaia di anni. Esistono diversi tipi di umorismo, come il sarcasmo, la comicità, il cinismo, la satira, le battute sagaci e l'umorismo nero. Così, ad esempio, il cabaret - che fungeva da satira o polemica critico-sociale sotto forma di intrattenimento comico/divertente oppure artistico/estetico - derideva "gli eventi politici, istruiva l'umanità, rimproverandola per la sua stupidità, e toglieva il malumore al musicista". (Wikipedia - Cabaret). È ancora più sorprendente come l'azione "#allesdichtmachen"1 di fine aprile 2021 abbia provocato una risposta così negativa nella società tedesca, ma soprattutto tra i politici. Ancora più incredibile è la reazione talvolta aggressiva di molti concittadini, media e politici nei confronti della cabarettista tedesca Lisa Fitz, che fin dal 1983 ha fatto ridere tutti i tedeschi con il suo umorismo, prendendo in giro governi, politici ed istituzioni, e con gran divertimento di tutti. Col 2020 ha iniziato a prendere di mira le insensate politiche anti-covid del governo, e ora è considerata una “populista di destra2”. L'emittente 3sat l'ha bandita dalla sua mediateca, e c'è burrasca con la SWR. Da quando in Germania è vietato ridere? Che cosa è successo?
Blasfemia o tratto umano?
Ernst Robert Curtius, nella sua opera del 1948 "Letteratura europea e Medio Evo Latino", afferma che nella Cristianità medievale esistevano due atteggiamenti nei confronti del riso.
La prima tradizione si sviluppò dalla Lettera di Publio Lentulo, in cui si afferma che secondo il Nuovo Testamento Gesù non rise nemmeno una volta in tutta la sua vita terrena. In ambito monastico, questo dogma teologico portò alla condanna e alla codificazione della risata. Dopo l’ozio, il riso si presentava come la seconda grande minaccia per un monaco, tale per cui il divieto di ridere fu inserito in svariati Ordini.
Il secondo tipo di posizione risale ad Aristotele. Secondo questa tradizione, la risata distingue l'uomo dall'animale ed è quindi un tratto genuinamente umano (proprium hominis). L'uomo si riconosce come essere capace di ridere, il cui proprium è quello di ridere (homo risibilis).
A giudicare dai comportamenti della società tedesca e di alcuni politici, si può concludere che attualmente si stia seguendo la prima chiave di lettura... Dunque, sono diventate più prive di sense of humour le persone in Germania, o c'è qualcos'altro che si vuole ottenere? Si vuole controllare la possibilità di ridere? Ma perché?
Il potere della risata
Ridere è liberatorio, ridere è salutare, ridere fa bene all'anima. Dal punto di vista medico e psicologico, ridere o sorridere ha un enorme potere. Secondo l'Institut für frühkindliche Bildung und Entwicklung (Nifbe) - [Istituto della Bassa Sassonia per l'educazione e lo sviluppo della prima infanzia] - l'umorismo è "la capacità di guardare alle cose spiacevoli e alle difficoltà quotidiane in modo sereno e divertente". L'umorismo è descritto come un atteggiamento di serenità e allegria. Non possiamo evitare del tutto le sensazioni di disillusione o di tristezza legate alle situazioni. Possiamo però scegliere di distaccarci da quel genere di sensazioni, per guardare al futuro con ottimismo e speranza. Accettando i nostri errori possiamo creare un'atmosfera di apprezzamento, per poi affrontare le prossime sfide con più calma, ma anche con più coraggio.
Ridere serve all'essere umano per prendere le distanze da una situazione, per dimenticare la sua paura. Ma questo è esattamente ciò che i governanti degli Stati totalitari non vogliono, perché con la paura si riesce ad influenzare bene le persone, a far loro fare anche cose che non vogliono fare. Girano addirittura discutibili "studi" in cui si afferma che il sarcasmo può portare a problemi cardiaci… [sic!]. In realtà, l'umorismo spesso aiuta a superare una situazione di crisi. Nel 2018, il Süddeutsche Zeitung titolò un articolo dedicato al terrore per l’estrema destra con le parole "L'umorismo è uno dei migliori strumenti contro i nazisti". Ma i nazisti cosa dicono in proposito?
L'umorismo consentito nel Nazionalsocialismo
Nel suo libro [purtroppo non tradotto in it.], l'autrice Gudrun (Wilcke) Pausewang analizza le principali barriere della dittatura nei confronti dell'umorismo. Elenca le forme di umorismo consentite sotto il Nazionalsocialismo, e parla di come lo humour fosse inteso dal sistema nazista come uno stimolante dell'umore. Secondo quanto si legge, quindi, l'umorismo era certamente consentito in Germania dal 1933 al 1945, ed era anche presente in molte manifestazioni, ma non si doveva criticare o ridicolizzare il sistema nazista. Il confine tra "permesso" e "proibito" era molto scivoloso. Chiunque si spingesse oltre questi confini viveva pericolosamente. In questo modo, i nazionalsocialisti cercavano di controllare l'umorismo, la risata, perché ne conoscevano bene il potere psicologico.
Riflessioni finali
"L'umorismo è, quando si ride nonostante tutto!". - Lo disse già Otto Julius Bierbaum, giornalista, editore, scrittore e librettista tedesco. Vietare le risate non ha giovato a nulla, a Jorge von Burgos ne "Il nome della rosa" di Umberto Eco. Alla fine, ha vinto il brillante e spiritoso Guglielmo da Baskerville, alias Sean Connery.
Laddove il divertimento nella vita viene interrotto, inizia l'umorismo. Anche il detto popolare recita: "La risata è la miglior medicina". Il fatto è che fare battute e ridere può avere un effetto distensivo, ammorbidire le critiche, ridurre la tensione di una conversazione e anche in noi stessi. Può alleviare lo stress acuto, ma soprattutto la risata può sconfiggere la paura.
Traduzione italiana e Note finali, Daniela Brassi per TdML
L’Autrice:
Alexandra Barone è una giornalista freelance da oltre 25 anni. Tra i suoi committenti figurano Deutschlandradio, Radio Vaticana, Welt, Bild e Bayerische Rundfunk. Come corrispondente estera, ha lavorato per 6 anni a Roma per l'agenzia di stampa Associated Press. Prima di specializzarsi come coach di comunicazione e consulente di marketing per piccole e medie imprese, si è occupata del settore stampa di aziende del settore finanziario, della moda e del lifestyle e ha lavorato come coach e scrittrice creativa per la società internazionale di consulenza manageriale deloitte.
Maggiori informazioni su marginals.substack.com
Sotto gli hashtag #allesdichtmachen, #niewiederaufmachen e #lockdownfürimmer, a fine aprile 2021 50 attori di lingua tedesca e due registi hanno commentato con video ironici e satirici le politiche anti-covid dei governi e tutta la copertura mediatica della questione. L'azione, avviata dallo sceneggiatore e regista Dietrich Brüggemann, ha provocato uno scalpore mediatico e un dibattito controverso.
Dall’articolo del 2016 appena tradotto e pubblicato il 20.8.22: «Nell'UE, in particolare in Germania, "populista" ha acquisito un'implicita connotazione negativa, o addirittura fascista, come nel caso dei partiti "populisti di destra", che si oppongono alle politiche (….) di chiunque in questi giorni si oppone a quasi tutto ciò che il suo governo [Merkel] dalla mano pesante propone.»