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Milei e Kevin Roberts: il falso e il vero guanto di sfida alle élites WEF | Milei and Kevin Roberts: the fake and the real gauntlet to the WEF elites

I loro interventi a DAVOS 2024 | Their speeches at DAVOS 2024
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[ENGLISH BELOW]

IL FALSE FLAG DI MILEI

Non tutti si sono bevuti il significato "anti-élites" del discorso che il neo-presidente Argentino Javier Milei ha tenuto in Gennaio 2024 a Davos. Ossia: nella tana del lupo WEF. In giro per il mondo ancora riecheggiano le sue parole di inizio e fine intervento, che così tanti animi hanno entusiasmato…

Oggi sono qui per dirvi che l'Occidente è in pericolo (..) perché coloro che, si suppone, dovrebbero difendere i valori dell'Occidente, si ritrovano cooptati da una visione del mondo che - inesorabilmente - porta al socialismo, di conseguenza alla povertà (..)

Non lasciatevi intimidire né dalla casta politica, né dai parassiti che vivono alle spalle dello Stato. Non arrendetevi a una classe politica che vuole solo perpetuarsi al potere e mantenere i propri privilegi. (…)

Notare: parlava di “Occidente” in pericolo.. non di mondo, come davvero è. E ha preso di mira le caste “politiche”… ma non le élites finanziarie, cioè la vera testa del Serpente, che comanda tutte le altre.

Per l'intero discorso Milei ha condotto una crociata in difesa del capitalismo di libero mercato, che starebbe soffrendo il giogo di restrizioni e regole (politiche) da cui deve invece essere liberato, per rimanere strumento di libertà anche per un popolo (contrariamente al socialismo e ad ogni forma di collettivismo, che lo schiavizzano). Al punto che le cosiddette strutture economiche concentrate (in pratica, le grandi corporations e multinazionali) secondo Milei sarebbero la dimostrazione che, quando o dove l’imprenditorialità viene lasciata libera di agire senza freni o imposizioni, essa produrrebbe, a cascata, anche libertà per tutti… Per tutti.. o per le élites finanziarie?

Anche la chiosa finale del suo discorso lascia poco spazio all’interpretazione:

Non cedete all'avanzata dello Stato. Lo Stato non è la soluzione. Lo Stato è il problema stesso (…)

Parole che riecheggiano il sogno del Serpente Globalista, di demolire l’esistenza degli Stati-Nazione (con la loro sovranità).

A quanti vedono in lui un “eroe anti-sistema”, sarebbe meglio ricordare (o far sapere) che Milei è un “figlio del WEF”, almeno dal 2016, quando fu inserito nella sezione “WEF PEOPLE” del sito del World Economic Forum, col suo CV di allora. Nel 2024, Milei è ANCORA tra i WEF PEOPLE, con le credenziali ovviamente aggiornate a “Presidente Argentino”.

Per poter essere un WEF People, devi essere uscito dagli YGL (Young Global Leaders) o dai precedenti GLT (Global Leaders of Tomorrow). O aver ricevuto un qualche riconoscimento ufficiale equivalente. Poteva dunque MAI andare a dire qualcosa che, in realtà, non fosse funzionale al WEF stesso?

Ok… e perché Schwab gli ha fatto recitare la parte del ‘figlio contestatore’?”

Beh, magari faceva parte del piano di Schwab per “ricostruire la fiducia1 (ovviamente, quella che vuole da “Noi, il Popolo”). Esclamando cose come “l’Occidente è in pericolo!”, “non lasciatevi intimidire”, “povertà”, “parassiti”, o il suo cavallo di battaglia “viva la libertà, carajo!”, Milei ha pronunciato alcune parole-chiave a cui la gente, stufa del WEF, avrebbe reagito di pancia e senza pensare.. "Che eroe!!". Milei doveva stimolare l’idea che qualcosa “lì dentro” stia cambiando, che ci siano nuovi attori dal calibro umano differente, più vicini alla gente comune.. per far riguadagnare al WEF la fiducia delle masse (il diavolo è davvero ingenuo, a volte!).

Ma Milei stava solo facendo guardar loro il dito.. invece della luna.

Un’operazione di false flag in piena regola.


KEVIN ROBERTS: “BISOGNA SPEDIRE I DAVOSIANI IN PENSIONE ANTICIPATA..

Con molta minore eco (perlomeno qui in Europa, non certo negli Stati Uniti), a Davos 2024 c’era però anche qualcun altro. Qualcuno ch’è davvero andato nella tana del lupo per avvertire le élites: Kevin Roberts, Presidente della Heritage Foundation and Heritage Action for America. Il quale, con suo grande (ed inizialmente non piacevole) stupore, aveva ricevuto l’invito ad uno dei dibattiti di DAVOS 2024: “Cosa aspettarsi da un’amministrazione Repubblicana” (sono preoccupati…?).

La traduzione che segue è l’articolo da lui scritto pochi giorni prima di partire, in cui spiegava perché avesse deciso di accettare e cosa si riprometteva di andare a dire a quei signori. Beh, l’ha fatto. Nel video sopra, i 2 specifici momenti che lo provano.

Non sono mai usciti commenti ufficiali dal WEF. Ho il sospetto che lo avessero sottovalutato (di nuovo… l’ingenuità del diavolo).

Daniela Brassi


⬇ ENGLISH ⬇

MILEI’S FALSE FLAG

Not everyone bought into the "anti-elites" significance of the speech that newly appointed Argentine president Javier Milei gave in January 2024 in Davos. That is, in the WEF wolf's den. His opening and closing words, which thrilled so many souls, still echo around the world...

(..) I am here today to tell you that the West is in peril (..) because those who supposedly ought to defend Western values are being co-opted by a world vision that leads inexorably to socialism, and thereby to poverty. (..)

(..) Don’t let yourselves be intimidated, either by the political caste or by the parasites who live off the state. Don’t give yourselves over to a political class that wants only to perpetuate itself in power and maintain its privileges. (..)

Note: he talks about the "West" being in peril -- not the world, as it really is. And he names the "political" castes--but not the financial elites, i.e., the real head of the Serpent, which commands all the others.

For the entire speech, Milei led a crusade in defense of free-market capitalism, which would be suffering the yoke of restrictions and (political) rules from which it must instead be released, to remain instrument of freedom for a people as well (as opposed to socialism and all forms of collectivism, which enslave them). To the point that the so-called concentrated economic structures (in practice, the large multinational corporations) according to Milei would be proof that when or where entrepreneurship is allowed to act freely without restraint or imposition, it would also produce, in cascade, freedom for all. For all... or for the financial elites?

Even the ending line of his speech leaves little room for interpretation...

Do not yield to the advance of the State. The State is not the solution. The State itself is the problem.

Words that echo the Globalist Serpent's dream, to demolish the existence of Nation-States (with their sovereignties).

To those who see him as an "anti-system hero," it would be best to remember (or let it be known) that Milei has been a "WEF child" at least since 2016, when he was listed in the "WEF PEOPLE" section of the World Economic Forum website, with his CV from that time. In 2024, Milei is STILL among the WEF PEOPLE, with credentials obviously upgraded to "President of Argentina".

In order to be a WEF People, you must have come out of the YGLs (Young Global Leaders) or previous GLTs (Global Leaders of Tomorrow). Or have received some equivalent official recognition. Could he therefore EVER have gone and said something that, in fact, was not serving the WEF itself?

“Okay... and why did Schwab have him play the part of the 'protesting child'?”

Well, maybe it was part of Schwab's plan to "rebuild trust"2 (of course, the one he would want from "We, the People"). Exclaiming such things as "the West is in danger!", "don't be intimidated", "poverty", "parasites", or his warhorse "long live freedom, carajo!", Milei uttered some key-words to which, people fed up with the WEF, would react from the gut and without too much thinking.. "what a hero!". Milei was meant to stimulate the idea that something "in there" is changing, that there are new actors of different human caliber, closer to average people.. in order for the WEF to regain the trust of the masses (the devil is indeed naive sometimes!).

But Milei was just making them look at the finger -- instead of the moon.
A full-scale false flag operation.


KEVIN ROBERTS: “WE NEED TO USHER the DAVOISIE INTO EARLY RETIREMENT

Yet, there was also someone else at Davos 2024. Someone who really went into the wolf's den to warn the elites: Kevin Roberts, President of the Heritage Foundation and Heritage Action for America. Who, to his great (and at first not pleasant) surprise - received an invitation to the DAVOS 2024 panel called "What to Expect from a Republican Administration" (are they by any chance worried...?).

Here is the article he wrote in January 2024, shortly before he went to Davos, in which he explained why he had decided to accept and what he promised to go and tell those gentlemen. Well, he did. Here is the (English) video assembling his 4 contributions.

No official comments ever came out of the WEF. I suspect they had underestimated him (again...the devil's naivety!).

Daniela Brassi


Why I am going to Davos

Kevin Roberts, 10 Gennaio 2024

PERCHE’ ANDRO’ A DAVOS

In genere non vado dove non sono desiderato, ma tendo ad andare dove c'è bisogno di me.

Mi ha incuriosito l'invito a partecipare a un campeggio globalista nelle splendide Alpi svizzere, in questa specie di utopia temporale chiamata Davos. Sulle prime, l'idea mi suonava terrificante quanto un viaggio in auto con il comitato editoriale del New York Times.

Gli infami e ipocriti auto-elettisi ambientalisti Marxisti da jet privato e umanitari inclini al genocidio, vogliono sentire dalla Heritage Foundation come poter "ricostruire la fiducia" con gli Americani di tutti i giorni, contro i quali hanno armato le loro istituzioni.

Mi viene alla mente il biblico principio del "non gettare perle ai porci”.
Ma una parte profondamente importante del mio ruolo in Heritage è quella di rappresentare la voce di milioni di uomini e donne dimenticati di tutto il Paese. Siamo l'avamposto che rappresenta l'americano medio a Washington D.C. E quindi, ok.. posso anche tranquillamente - ma ammetto con timore - saltare l'Atlantico per andare nella terra in cui le élites di sinistra fanno comunella con altri insopportabili compari d’èlite, per andare ad essere la voce che sul palcoscenico mondiale esporrà verità scomode...

Ed ecco cosà dirò loro.

Primo: che la fiducia va guadagnata. Le élites globaliste non hanno semplicemente fallito, in questo senso. Hanno sprecato le vaste riserve di credibilità ereditate dai loro predecessori istituzionali. I media, il mondo accademico, le agenzie governative, le organizzazioni internazionali, le aziende e le arti hanno barattato secoli di fiducia pubblica in cambio di una irresponsabile e ideologica strumentalizzazione delle persone che dicono di servire.

I leader nazionali presenti a questa conferenza rifiutano apertamente lo Stato-Nazione. Si rifiutano di mettere in sicurezza i propri confini presi d’assalto. Studiosi e giornalisti subordinano apertamente i fatti al servizio degli interessi di parte, minando la trasparenza e la possibilità di scelta dei cittadini. I generali promuovono politiche woke invece della prontezza militare. I manager delle aziende spediscono posti di lavoro all'estero, a tiranni come Xi Jinping in Cina, mentre impartiscono lezioni su "diversità, uguaglianza e inclusività" ai loro stessi concittadini. Artisti e personaggi dello spettacolo celebrano beffardamente tra loro il comune disprezzo per le persone, e i “valori” che alimentano le loro vite privilegiate.

Non è affatto un mistero: in tutto il mondo, le persone non si fidano delle élites mondiali, perché ci odiano. Usano il loro potere per depotenziarci, e la loro influenza culturale per infangare chiunque metta in discussione la loro egocentrica corruzione.

Il valore che costituzionalismo, repubblicanesimo, nazionalismo e libera impresa hanno in comune - così come tradizionalmente praticati negli Stati Uniti - è quello di sottoporre le ambizioni delle élites all'autorità del popolo e non viceversa. Un sistema che è positivo per il mondo e per tutte le persone che lo hanno abbracciato. Mentre è particolarmente frustrante per le élites, che si oppongono alla limitazione del loro potere e rifiutano di dover rendere conto alla "plebaglia". E ovviamente.. è questo il punto.

Un potere centralizzato e non controllato porta alla tirannia. E i disastri si aggravano quanto più quel potere si allontana (o è scollegato) dal popolo.

Per "ricostruire la fiducia", Davos deve riconoscere il valore morale, il beneficio pratico e il diritto naturale a governarsi da sé da parte delle nazioni (e, in ultima analisi, delle famiglie e degli individui).

Nessuna persona seria davvero crede che le grandiose posizioni morali(ste) delle élites globali di ultima generazione - piegarsi alla Cina, abbattere i confini, adorare l'estremismo climatico - solo per puro caso siano servite ai loro interessi di classe, a diretto scapito della sovranità democratica e delle opportunità economiche della gente comune.

Il nostro fratturato e frammentato mondo non ha bisogno di altre lezioni di "apertura" da chi ha insabbiato le origini del COVID-19 e poi ha bloccato la vita delle persone per un anno. O lezioni sulla "disinformazione", da chi ha passato settimane a difendere una presidente dell'Università di Harvard accusata di plagio3. O lezioni sulla "diversità", da parte di una claque ermeticamente chiusa di bigotti razzisti, antiamericani, anticristiani ed antisemiti.

Ciò di cui abbiamo bisogno non è altro che la libertà di governare noi stessi.

Questo è ciò che rappresentano la Brexit, Donald Trump, Viktor Orban, Javier Milei, Geert Wilders4 e la crescente ondata mondiale di patriottico conservatorismo pro-popolo. Il nazionalismo - inteso come amore per la propria nazione e cultura, nonché preferenza ad attuare politiche in favore del proprio popolo e dei propri costumi - non può essere cancellato e non sarà calpestato. Dovrà venire rispettato.

La fiducia è una scelta.

Presto o tardi, i cittadini, i lavoratori e le famiglie che si sobbarcano il peso dell'élitarismo globalista in stile Davos, reclameranno i loro diritti individuali e la loro sovranità nazionale.

L'unica domanda è, se le nostre élites saranno in grado di ricondurre le loro istituzioni corrotte verso la fiducia e l'affidabilità, prima che "Noi, il Popolo" si prenda in mano la situazione.

I partecipanti al World Economic Forum devono ascoltare questo messaggio. Ecco perché andrò a Davos.


Preambolo, traduzione articolo e video, Daniela Brassi per TdML
Articolo originario di Kevin Roberts “Why I am going to Davos”, 10.01.2024

1

Il tema fondante di Klaus Schwab per il Meeting WEF 2024 a Davos, era il “ricostruire la fiducia”, come da video del suo discorso di apertura

2

https://www.weforum.org/press/2024/01/wef24-rebuilding-trust-world-economic-forum-annual-meeting-2024/

3

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-internazionale/rettrice-harvard-nei-guai-nuove-accuse-plagio-2259111.html

4

E’ evidente che Roberts ha opinione diversa, in merito a Milei: ma di fondo non cambia il valore del suo intervento a Davos

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